domenica 13 febbraio 2011

Darwin, il padre dell'Evoluzione


Chiedo scusa ai lettori del blog per il ritardo con cui pubblico questo post (dovevo pubblicarlo ieri ma mi è mancato il tempo!!). Vorrei ricordare quindi con voi una data: il 12 Febbraio 1809. Quel giorno nacque a Shrewsbury, nello Shropshire in Inghilterra, Charles Robert Darwin: il "padre" di noi naturalisti. Studiò zoologia e botanica, e viene ricordato per il viaggio svolto con il "Beagle" in cui visitò le isole di Capo Verde, le isole Falkland, la costa del Sud America, le isole Galàpagos e l'Australia. Di ritorno da questo itinerario nel 1836, egli analizzò campioni di specie animali e vegetali che aveva raccolto, e notò somiglianze tra fossili e specie viventi nella stessa area geografica. La sua attenzione fu rivolta in modo particolare all'arcipelago delle Galapagos dove trovò diverse forme di tartarughe e specie differenti per l'aspetto di uccelli, ma che per altri versi erano simili. Le ulteriori analisi e studi che ne seguirono lo portarono a formulare quella teoria per cui oggi è importante: la teoria dell'evoluzione (esplicitata nel suo famoso libro "L'origine delle specie"). Quegli uccelli appartenevano tutti alla famiglia dei Fringillidae, le diverse specie risultavano differenti tra loro perchè adattate a diverse risorse alimentari, stesso discorso per le tartarughe per cui ipotizzò un'origine da un'unica specie e si fossero poi diversificate adattandosi nelle diverse isole. Una selezione naturale che agisce sulle specie, consentendo la sopravvivenza solo a quelle che presentano i caratteri più vantaggiosi per quell'ambiente. Con le conoscenze attuali, sappiamo meglio definire questo "motore" dell'evoluzione, poichè ogni individuo di una stessa specie si differenzia l'uno dall'altro per caratteristiche genetiche (a livello del pool genico) e fenotipiche (morfologiche/funzionali dovute all'interazione del genotipo con l'ambiente). La selezione naturale quindi prevede che all'interno di tale variabilità, legata alle mutazioni genetiche casuali che si verificano nel corso delle generazioni successive, vengano favorite quelle mutazioni che portano gli individui ad avere quelle caratteristiche che li avvantaggiano in determinate condizioni ambientali, portandole così ad avere un vantaggio adattativo in termini di sopravvivenza e di riproduzione (fitness). Di conseguenza, genotipi con fitness elevata aumenteranno di frequenza nelle generazioni successive e diverranno i più rappresentati, mentre quelli con fitness bassa, diventeranno sempre meno frequenti, fino alla scomparsa. Non mi dilungo oltre e vi lascio con una frase di Darwin che credo possa rappresentare al meglio il suo pensiero e la sua intuizione: "Non è la specie più forte a sopravvivere, nè la più intelligente, ma quella più pronta al cambiamento".