Di recente ho letto su Greenreport una notizia che non solo mi ha fatto molto piacere, ma sostiene anche una teoria affrontata numerose volte all'università coi compagni e professori, e che io personalmente ritengo indispensabile per dare il giusto peso all'azione dell'uomo sul sistema Terra nel corso del suo progresso tecnologico. Voi direte mi direte..ma di cosa si tratta? Mi riferisco alla necessità d'inserire un nuovo periodo geologico denominato Antropocene, anche il numero del 28 Maggio - 3 Giugno dell'Economist, famosa rivista internazionale, ne fà riferimento mettendo addirittura come titolo di copertina "Welcome to the Anthropocene. Geology's new age". Non tutti gli scienziati e studiosi internazionali sono ancora concordi nel riconoscere tale periodo (ma l'unanimità è sempre qualcosa di difficile da raggiungere credo..), ma vediamo un po' effettivamente cosa intendiamo con questa dimensione antropocenica . Il termine Antropocene và ad indicare l'impatto umano collettivo su quelli che sono i processi biologici, chimici e fisici che hanno luogo attorno e sulla superficie della Terra. Gli autorevoli geologi che registrano la storia del nostro pianeta e le sue diverse caratterizzazioni nell'arco dei suoi 4,56 miliardi di anni di esistenza, definiscono la geologia della Terra suddivisa in grandi ambiti, detti Eoni (i quali rappresentano centinaia o addirittura miliardi di anni), i quali a loro volta sono ulteriormente ripartiti in Ere, Periodi, Epoche ed Età, con le ultime che rappresentano le unità di tempo più piccole. Di conseguenza ciò che avviene nella geologia terrestre, nelle rocce del nostro pianeta dipende dai numerosi fattori che possono interessare i loro caratteri fisici (la litostratigrafia), il contenuto dei fossili (biostratigrafia), le proprietà chimiche (chemiostratigrafia), le proprietà magnetiche (magnetostratigrafia) ed i pattern legati ai livelli dei mari (stratigrafia delle sequenze). Bene la somma di tutte queste evidenze, registrate e consciute, consente alla comunità dei geologi di poter datare e correlare le varie e diverse unità nel tempo, andando a costituire quella che viene definita geocronologia e poter ridefinire continuamente la scala dei tempi geologici (la Geological Time Scale). Perchè ho riportato tutti questi cenni di geologia stratigrafica? Per il semplice motivo che è su questi punti che sono concentrate le importantissime ricerche che i geologi stanno svoilgendo per individuare la stratigrafia dell'Antropocene (in particolare il famoso geologo Jan Zalasiewicz, dell'Università di Leicester è alla guida di un ampio gruppo di autorevoli geologi che stanno valutando l'accettazione formale dell'Antropocene nel Geological Time Scale nell'ambito dell'International Commission on Stratigraphy dell'International Union of Geological www.iucs.org). Da questi studi sono già arrivati i primi dati che indicano come l'intervento operato dall'uomo sull'ambiente è chiaramente identificabile nella litostratigrafia con le modificazione dei pattern dei sedimenti. Nello specifico la somma degli effetti fin qui registrati, a livello delle terre emerse, per quanto concerne i movimenti antropogenici di suolo, rocce e sedimenti, di diverisone dei fiumi, di modificazione dei corsi d'acqua e delle linee costiere, delle modificazioni causate dalle pratiche agricole e dalle strutture urbane e, a livello di aree marine, delle profonde modificazione degli ecosistemi oceanici vengono considerate superiori a qualsiasi altro processo naturale in corso. Pensiamo anche agli ambienti "costruiti", in particolare ai nuovi materiali come plastica, vetro e strutture di vari metalli, la perturbazione antropica provocata nei grandi cicli biogeochimici, primo fra tutti quello del Carbonio, il quale stà provocando effetti e conseguenze su tutto il sistema Terra, nonchè quelli dell'azoto e del fosforo. Inoltre se pensiamo alla dimensione eccezionale che l'intervento umano ha esercitato sulla biodiversità planetaria, determinando quel fenomeno conosciuto come sesta estinzione di massa, può condurre anche ad eventuali registrazioni di tale fenomeno dal punto di vista biostratigrafico. Nessuna specie in natura ha mai lasciato un'impronta come quella che stiamo lasciando noi, personalmente ritengo importante diffondere il concetto di Antropocene non tanto per descrivere uno stato di fatto (l'impatto umano sul sistema Terra), ma piuttosto per raggiungere quella finalità di sensibilizzazione delle coscienze e delle nuove generazioni sul rispetto dell'ambiente. Fin tanto che si continuerà a ragionare in un'ottica dove tutto è dovuto all'uomo, dove l'importante è produrre, consumare sempre di più senza porsi il problema di ciò che andiamo ad alterare a livello di risorse e di cicli naturali, l'impronta dell'uomo sarà sempre più profonda; ma a questo punto la domanda giusta è: Fino a quando la Terra riuscirà a sopportare tutto ciò senza collassare?Fino a quando durerà l'Antropocene?..Ai posteri l'ardua sentenza..
(se qualcuno è interessato all'argomento posso consigliare "Benvenuti nell'Antropocene! L'uomo ha cambiato il clima. La Terra entra in una nuova era", questo è un libro scritto da Paul Crutzen che nel 1995 ha vinto il Nobel per la chimica per le sue ricerche sull'ozono)