Il riscaldamento globale non si stà attenuando ed i cambiamenti climatici sono all'ordine del giorno..è questo che secondo me sembra suggerirci la Climate Change Conference 2011 che si stà svolgendo a Durban in Sudafrica. Che la situazione sia critica, nonostante l'indifferenza a riguardo da parte della maggior parte dei mass media, ci viene ricordato anche dal recente quarto rapporto sui cambiamenti climatici dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change ), il quale mette in luce non solo che il riscaldamento del sistema climatico è inequivocabile, ma riporta anche alcuni di questi cambiamenti, di cui ci tengo a riportarne alcuni. Allarmante è a mio avviso la situazione della zona Artica, dove le temperature alla superficie dello strato del permafrost sono generalmente aumentate a partire dagli anni '80 (fino a 3°C). Dal 1900, la massima area coperta stagionalmente da terreno ghiacciato è diminuita di circa il 7% nell'emisfero Nord, con una diminuzione durante la primavera fino al 15%. La diminuzione della salinità negli oceani alle medie e alte latitudini, insieme all'aumento della salinità degli oceani alle basse latitudini suggeriscono un cambiamento delle precipitazioni e dell'evaporazione sopra gli oceani. Sono state osservate siccità più lunghe e più intense in aree sempre più estese a partire dagli anni '70, in particolare nelle zone tropicali e subtropicali (e mi vengono in mente le ultime due stagioni delle pioggie nel Corno d'Africa, le quali sono state così scarse da determinare crisi idrica e carestia). Ci sono osservazioni che mostrano un aumento dell'attività dei cicloni tropicali intensi nel Nord Atlantico a partire dal 1970 (e penso ad esempio all'uragano Irene che verso la fine di agosto, anche se declassato a tempesta tropicale, è arrivato a interessare New York ); l'aumento di tali fenomeni è legato al (a mio avviso) preoccupante incremento delle temperature superficiali marine tropicali. I rischi concreti sono numerosi e ne riporto brevemente alcuni come l'innalzamento del livello dei mari (il quale è cresciuto di 20 cm solo nel secolo scorso), la scomparsa fino al 30% di specie vegetali ed animali che potrebbero estinguersi se l'aumento della temperatura globale supera 1,5-2,5 °C, il ghiaccio marino artico potrebbe scomparire del tutto durante l'estate dalla seconda metà di questo secolo, potremmo avere più ondate di calore, siccità e precipatazioni estreme e cicloni tropicali più intensi, ecc..
Le cause di tutto ciò le conosciamo, anzi, sono note ormai da tempo e credo che anche a scuola molti ragazzi ormai le sappiano a memoria: i gas serra, ovvero CO2, Metano, protossido di azoto e altri. Ridurre la concentrazione nell'atmosfera di questi gas richiede sicuramente un impegno serio e coerente da parte di chi governa, ma credo impegni più direttamente ciascuno di noi, andando ad incidere sul nostro stile di vita...Ma chi di noi è disposto a cambiare il proprio stile di vita? Credo la verità e la soluzione in fin dei conti sia racchiusa in questa semplice domanda. A tal riguardo alcuni anni fà l'ex presidente degli U.S.A. Bush disse chiaramente che "il nostro stile di vita non è negoziabile", non prendendo così di fatto impegni concreti per la riduzione dei gas serra. Io sono invece convinto che parta tutto da noi e da un educazione/comunicazione che vada verso uno stile di vita più eco-compatibile (dalla scelta dei prodotti che acquistiamo a come ci spostiamo per esempio). Quello che ho scritto nel post sono le mie personali opinioni, però vorrei chiedere a voi lettori del blog di contribuire e partecipare con la vostra idea sui cambiamenti climatici attraverso il sondaggio che ho inserito nella barra a destra o rilasciando un commento nel post.