domenica 18 novembre 2012

Rete Natura 2000: 20 anni di Direttiva "Habitat"


Il 21 maggio del 1992 il Consiglio Europeo emana la direttiva 92/43/CE, altrimenti conosciuta come direttiva "Habitat", che rimane ad oggi il più grande sforzo ed impegno preso dall'Unione Europea nei confronti della biodiversità che caratterizza le 9 grandi regioni biogeografiche presenti nel territorio europeo: Atlantica, Continentale, Alpina, Mediterranea, Boreale, Macaronesia, Pannonica, Steppica e quella del Mar Nero.
Gli esperti hanno per questo motivo individuato delle liste di specie ed habitat che devono essere considerate dagli stati membri come maggiormente a rischio di estinzione e pertanto da tutelare.
Tali elenchi vengono riportati negli allegati stessi della direttiva "Habitat" e nell'allegato I della direttiva 2009/147/CE, denominata "Uccelli" proprio perchè individua le specie di avifauna selvatica per le quali sono necessarie speciali misure di conservazione.
Tra le specie da conservare in modo prioritario vengono segnalate, per esempio, il camoscio appenninico (Rupicapra rupicapra ornata) endemico dell'Appennino italiano centrale, il bisonte europeo (Bison bonasus), la tartaruga marina (Caretta caretta) e tante altre ancora. Tra gli habitat prioritari possiamo invece ricordare le Praterie di posidonie (Posidonion oceanicae) legate ad ambienti costieri, Lande secche costiere atlantiche a Erica vagans, le Torbiere alte attive, i Boschi pannonici di Quercus petraea e Carpinus betulus, ecc...
Gli habitat e le specie coinvolte sono davvero tantissime, pertanto la domanda che viene da porre spontanea è: ma come si può riuscire a conservare tutta questa biodiversità? Ebbene la risposta la troviamo sempre all'interno della direttiva "Habitat" (art.3), ovvero mediante la costituzione di una rete ecologica europea, costituita da zone speciali di conservazione, denominata Rete Natura 2000. Per dirla in altre parole più semplici: l'Unione Europea, in collaborazione con gli stati membri individua una serie zone (siti Natura 2000) che contengono specie indicate nell'allegato II della direttiva "Habitat" e nell'allegato I della direttiva "Uccelli", e/o habitat tra quelli segnalati nell'allegato I dell direttiva "Habitat". Tali siti possiamo considerarli degli hot spots (punti caldi) di biodiversità che per essere conservati necessitano di specifiche misure di conservazione che devono essere adottate da parte degli stati membri.
Ora a 20 anni dell'istituzione di Rete Natura 2000 il commissario europeo all'ambiente Janez Potočnik, fà il punto della situazione sulla rivista Natura 2000, mese di luglio, affermando come la nostra  rete di aree protette comprende attualmente oltre 26.000 siti e copre quasi un quinto del nostro territorio terrestre. Ma Natura 2000 è molto più di questo. Si tratta di persone, si tratta di mostrare come la conservazione e l’uso sostenibile possono andare di pari passo con i benefici per le persone, la loro società e la loro economia. Recenti studi hanno dimostrato che investire nella rete Natura 2000 ha anche vantaggi economici. Natura 2000 ci fornisce servizi ecosistemici vitali, stimati intorno ai 200-300 miliardi di euro all’anno, molto più alti del costo di gestione della rete. 
Io personalmente sono pienamente d'accordo con questo messaggio, ovvero ritengo che sia fondamentale l'integrazione tra la conservazione della natura e la società. E' questa la vera sfida che attende in futuro Natura 2000? Credo proprio di sì. Penso davvero che possa essere un laboratorio per sperimentare uno sviluppo sostenibile che vada in accordo con la conservazione della natura.
Per concludere volevo solo segnalare come Rete Natura 2000 può anche aiutare la società a contrastare i cambiamenti climatici, che rappresentano la vera sfida a livello globale del nuovo millennio, ovvero:
- Fornendo la naturale capacità di stoccaggio del carbonio (ad esempio con le torbiere).
- Aumentando la cattura del biossido di carbonio in ecosistemi  naturali attraverso il ripristino di habitat degradati (es. praterie, foreste).
- Riducendo i rischi e gli impatti di eventi meteorologici estremi, come inondazioni o siccità.
- Riducendo l’impatto dell’innalzamento del livello del mare, utilizzando la natura come un cuscinetto lungo la costa.
A 20 anni dalla direttiva "Habitat" si rinnovano le ambizioni e le sfide di Natura 2000...ora la domanda è: siamo pronti a raccoglierle?

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